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Superti Alessandro |
Amo soprattutto le vie di roccia e l'alpinismo classico, che mi ha portato a ripetere vie in tutto l'arco alpino, dalle Dolomiti al Bianco, passando per la Svizzera e le Alpi Centrali. Tuttavia non disdegno l'arrampicata sportiva quando si trasferisce in quota: ho dedicato un'intera stagione alle perle calcaree del Briançonnais e ho aperto con gli amici più intimi alcuni itinerari su struttura nel Lecchese e in val Chiavenna. Nel periodo invernale mi piace "staccare la spina" e dedicarmi allo scialpinismo e alle vie di ghiaccio, con esclusione delle cascate, mai amate a causa dell'ambiente spesso troppo tetro e della paura che mi incutono. Mi capita saltuariamente di scrivere sulla Rivista del Club Alpino e da anni copro faticosamente il ruolo di istruttore nella scuola di alpinismo Parravicini, con cui ho un rapporto di odio-amore e verso la quale sono stato spesso molto critico. Refrattario a qualsiasi forma di intruppamento e ostile nei confronti della disciplina (tanto più quando qualcuno tenta di applicarla al contesto ludico), amo pensarmi un arrampicatore anarchico, mosso dal puro piacere e amore per la montagna e nient'altro.
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