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I pizzini di Masescu - ZodiacPubblicato Venerdi 12 Ottobre 2007 alle 06:59 da MASESCU
Il killer, che firmava i suoi delitti con dei segni zodiacali, aveva stabilito un cinico e rischioso dialogo con la polizia, preannunciando, di volta in volta, i suoi nuovi omicidi. Nonostante questo "Zodiac il killer" non venne mai catturato. Forse non tutti sanno che la vicenda ispirò a Charlie Porter il nome di una sua nuova via aperta in solitaria sul Capitan. La sera che giunse alla piccola cengia del terzo tiro, vi trovò un uccello morto con le zampe dritte rivolte verso l’alto, mentre in contemporanea il serial killer, a San Francisco, portava a compimento un altro delitto. Così nacque "Zodiac", una iperclassica del Capitan, la più facile delle difficili, l’introduzione all’arrampicata artificiale yosemitica dove, con moderazione, ci si deve impratichire nell’uso dei cliff, dei copperhead e dei rurp. Arrivato in Yosemite dal Canada negli anni ‘70, Charly Porter scalò una serie impressionante di prime salite una più bella dell’altra: Zodiac, Tangerine Trip, Mescalito, The Shield, New Dawn, Horse Chute, Excalibur, Grape Race. Sullo Shield, nel ventunesimo tiro, stabilì il record martellando 35 rurp di fila (i chiodi grandi come l’unghia di un pollice). Il suo compagno, Gary Bocarde (alla prima arrampicata della sua vita!), una volta sceso a valle dichiarò di avere meditato seriamente di svincolarsi dalla corda in modo da non essere trascinato in un volo mortale, nel caso di una eventuale caduta del primo di cordata. La via non aveva invece impressionato più di tanto Charlie Porter, che al bar aveva semplicemente dichiarato di avere fatto una nuova via sul Cap. Il valore e la bellezza dello Shield, (è la via più esposta del Capitan con un tetto orizzontale di 12 metri, che è la porta d’ingresso per la strapiombante headwall), furono invece confermati dai ripetitori. Charly Porter fu attivo anche in Alaska con una prima salita al Moose’s Thouth, sulla quale trascinò, per puro spirito goliardico, un ingombrante corno di alce e fu protagonista di una solitaria al Mount Asgard , nell’isola di Baffin, che ha dell’incredibile! Sorpreso dal maltempo e stremato dalla stanchezza subì un congelamento ad entrambi i piedi. Muovendosi a carponi tornò al campo base e raggiunse dopo 25 miglia un villaggio Inuit, dove venne curato. Cosa fece il nostro dopo essersi rimesso in sesto? se ne tornò a casa? Neanche per sogno! Rimase per altri sei mesi nel villaggio imparando ad andare in canoa e a cacciare alla maniera dei suoi amici Eschimesi. Charly Porter è uno dei miei scalatori preferiti, le sue vie oltre ad essere bellissime appartengono ancora, da un punto di vista delle difficoltà, a quelle fattibili. Insomma, una via di mezzo tra quelle della "Golden Age" ( Nose , Salathe e Regular NW dell’Half Dome) e quelle di Jim Bridwell, sulle quali si comincia a "cagass adoss". Devo confessare che mi piacerebbe, prima di rincoglionire totalmente e finire divorato da un grizzly durante la traversata del Pacific Trail Coast ( il sentiero che dall’Alaska porta al Golfo del Messico), terminare la mia esperienza al Capitan con un’altra sua via , magari la bella e lunghissima "Mescalito". Che fine ha fatto Charly Porter? Un paio di anni fa ho girato questa domanda al forum di" Supertopo", il bellissimo sito internet sull’arrampicata negli States, curato da Chris Macnamara. Risposero gentilmente, sia "Largo" Long John ( prima salita del Nose in giornata nel 1975, con Bridwell e Billy Westbay) che John Middentroff, l’inventore del marchio e dei materiali "A5", dicendomi che nessuno era in grado di dare notizie data la riservatezza e il disinteresse a parlare di sè che aveva caratterizzato Charly Porter fin dai tempi dei suoi maggiori successi alpinistici. Se penso alle carriere autoreferenziate pompate su internet, con alla base attività alpinistiche che farebbero sorridere il vecchio Charlie, la mia ammirazione per lui aumenta vieppiù.
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Frugando sul grande sito di Chris MacNamara o scovato delle splendide e allucinanti (!) gallerie fotografiche di alcune vie di Charlie Porter:
Zodiac: http://www.supertopo.com/rockclimbing/gallery.html?r=ybelzodi
Shield: http://www.supertopo.com/rockclimbing/gallery.html?r=ybelshie
Complimenti al grande Porter ma anche a tutti coloro che hanno il "pelo" per salire questi capolavori.....