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  Rev. 2 - Codice deontologico della riserva

Pubblicato Lunedi 7 Giugno 2010 alle 11:21 da JACOPO



La Val di Mello è un magnifico e piccolo paradiso e uno dei luoghi più importanti al mondo per l’arrampicata.
Qui si può godere di una grande varietà di sfide, dall’aderenza sulle pareti dell’Altare alla Stella Marina e dell’Oasi alle fessure del Precipizio degli Asteroidi e dello Scoglio delle Metamorfosi, fino fino alle salite in alta quota sulle Cime di Castello, Picco Luigi Amedeo e di Cavalcorto.
La roccia, una granodiorite è straordinariamente solida e rispetto al più comune granito, possiede poco quarzo, ma molti grossi cristalli di ruvido feldsfato.
Dal 27 gennaio del 2009 la Val di Mello è stata riconosciuta come Riserva Naturale grazie alla forte volontà della comunità degli Arrampicatori, che per più di trent’anni ha vigilato perchè questa Valle stupenda, questo spazio di gioco e d’avventura di rara e preziosa wilderness mantenesse inalterato il suo grande fascino.
L’attento controllo e la forte pressione etica hanno impedito a cave, strade carrozzabili e ad edifici estranei al contesto di deturparla, e alle grandi centrali elettriche di captarne le acque limpide spegnendo il suono delle sue fragorose cascate.
Più generazioni di scalatori ne hanno attraversato le pareti.
Pochi i sentieri tracciati e i chiodi lasciati sulle vie, pochissime l’indicazioni scritte, ma gli infiniti passaggi in punta di piedi hanno lasciato un paesaggio ancora incontaminato e misterioso, così come lo trovarono i primi ad averlo esplorato.
Oggi però, visto l’incremento di alpinisti che frequentano la Riserva, è sempre più necessario proporre un Codice di Autodisciplina mai scritto ma da sempre rispettato tra le comunità di arrampicatori, per garantire che la Val di Mello mantenga intatta anche per il futuro la sua promessa di paradiso naturale, selvaggio e magico.
Per questo il Vostro aiuto è necessario e prezioso.

Aree chiuse - Riserva Naturale Integrale

La Riserva Naturale Integrale, è una piccola e selvaggia area della Val di Mello racchiusa tra la Valle d’Arcanzo, Mezzola, Temola.
E’ uno spazio riservato unicamente al mantenimento della più assoluta integrità dell’ambiente naturale.
In questa zona, è proibito il passaggio, la pastorizia, la caccia e più in generale ogni attività umana.
Si noti bene che il legislatore ha lasciato fuori le pareti incombenti sulla Val di Mello, per permettere nel periodo invernale, la salita delle cascate di ghiaccio : Zinna-Giannino, Re-mix, Gola Profonda, Durango, Pica un Poco, Abracadabra, l'altra faccia della Valle, Stella filante, Romilla.
Data la particolare delicatezza del luogo, si invitano gli scalatori, a non oltrepassare il limite delle cascate, a non superare la quota di msl. 1500 e ad allontanarsi rapidamente per arrecare il minimo disturbo possibile alla fauna.


Boulder – Sassismo, slacklining


In Val Masino e in Val di Mello ci sono i più grandi e interessanti massi (blocchi) d’Europa, meta ormai di migliaia di arrampicatori, intorno hai quali si svolge l’ormai affermato Melloblocco.
Visto l’aumento costante di frequentatori è necessario osservare alcune semplici regole per ridurre il più possibile l’impatto sull’ambiente circostante.
I prati della Val di Mello sono quasi tutti di proprietà privata e sono usati per la pastorizia.
E’ quindi importante ridurre al minimo il calpestio soprattutto nel periodo della fienagione.
Non si devono tagliare o danneggiare le piante né rimuovere ampie porzioni di muschio dai sassi.
Tenete in ordine una zona boulder, usate meno magnesio possibile e lasciate pulita la roccia, in particolare nelle parti strapiombanti e non bagnate dalla pioggia.
E’ assolutamente vietato scavare appigli nella roccia.
Tutte le linee si slacklining devono essere posizionate in modo da non danneggiare gli alberi e vanno rimosse finito l’uso.

Arrampicare in sicurezza



In Val di Mello gli incidenti gravi sono stati molto rari e gli scalatori sempre molto attenti ai pericoli che si affrontano lungo le pareti e le cime di questa Valle.
In caso di pericolo chiamare il 118: sono molte le aree della Riserva coperte dal segnale del cellulare; le Valli del Ferro, del Qualido, alta Val di Zocca, alto Torrone, la sponda del Cameraccio e in Bassa Valle, sulle pareti del Precipizio degli Asteroidi, dello Scoglio delle Metamorfosi e Qualido.
E' probabile negli anni a venire la copertura verrà completa.
Punto di chiamata per il Soccorso Alpino sono i Rifugi Alpini
Qui di seguito alcuni semplici consigli per aumentare la sicurezza:
Cerca di metterti in sintonia con l'ambiente: leggere la roccia e sentire il respiro dell'ambiente è uno delle prime mosse.
Inizia dagli itinerari più semplici e di facile protezione
L'arrampicata sui boulder è un luogo perfetto per apprendere l'arrampicata
Si consapevole delle tue possibilità
La prima sicurezza la trovi in te stesso e non sulla chiodatura lasciata da altri
Apprendi l'uso delle protezioni veloci (friends, nut)
Il Granito della Val di Mello è una roccia particolarmente sana e ruvida e proprio per questo è avara di fessure: non sempre è facile trovare dove posizionare le protezioni
Informarsi sull'itinerario – avvicinamento, salita e vie di fuga. Massima attenzione ad evitare i forti temporali che spesso interessano le pareti nei pomeriggi estivi (prima di cimentarsi sugli itinerari lunghi è meglio informati sulle previsioni del tempo)


Apertura di nuove vie, spit e corde fisse

Ci sono centinai di via aperte in Val di Mello, un ampio ventaglio di alternative che dovrebbe essere sufficiente a dissuadere dal pensare a nuovi tracciati.
Chi ha intenzione di aprire dei nuovi itinerari deve essere ben sicuro dell’interesse che possono avere, e non soddisfare l’orgoglio di lasciare il proprio segno sulla roccia, o il proprio spit.
La maggior parte delle aree di arrampicata della Valle sono destinate a wilderness e la Riserva Naturale non ha interesse a promuovere uno sport di massa.

La foratura della roccia per la chiodatura a spit è ammessa solo su vie nuove, ma l’utilizzo del trapano a motore è deprecabile.
Vi è una forte presenza di arrampicatori contrari all’uso dello spit e se si prevede di tracciare un nuovo itinerario o di modificarne uno esistente, è opportuno parlarne con gli arrampicatori locali che conoscono la storia e le tradizioni della Val di Mello.
La Riserva non ispeziona, non mantiene, ne controlla, nessun tipo di chiodatura presente sulle sue pareti.
E’ permessa, invece, la rimozione d’erba, foglie, arbusti e piccole zolle di terra dalle fessure per pulirle.
Tutti gli oggetti lasciati incustoditi per più di 24 ore sono considerati abbandonati e possono essere rimossi.
Tuttavia, non sempre è possibile per chi scale tornare sulle corde fisse entro 24 ore.
In questo caso è opportuno lasciare le proprie corde e attrezzature sulla via solo nel periodo in cui si è attivamente impegnati.
Chiodatura, corde fisse… tengono lontano il senso di avventura che alpinisti e arrampicatori si aspettano in una esperienza wilderness.
La maggior parte delle pareti della Valle sono designate a wilderness e vanno conservate “senza miglioramenti permanenti, senza l’impronta dell’uomo, senza segni di passaggio”.
Tutto questo non è finalizzato a promuovere l’arrampicata ma, per ironia della sorte, è proprio ciò che rende così affascinante scalare in Val di Mello.


Aree di arrampicata con protezioni fisse

In val di Mello e nella vicina Val Masino sono state identificate delle aree per l'arrampicata protetta: Val Masino - Area Sasso Remenno, Pilastri del Pesgunfi, Bregolana, Schenun; Val di Mello - Placche del Giardino, Moschito Coast.
Per ragioni storiche o di limitato interesse esplorativo queste zone sono diventate “palestre” di arrampicata sportiva dove si possono trovare itinerari protetti con spit o fix resinati.



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I COMMENTI DEI LETTORI

Inserisci il tuo commento
1 Inserito Martedi 10 Agosto 2010 alle 11:35 da Paolo
 
il codice deontologico per alpinisti mi sembra un'ottima idea quello che è impressionante è il vuoto totale da parte dell'Amministrazione: ma la Val di Mello è stata riconosciuta riserva?
Ogni volta che entro in Valle mi dico: è meglio nulla che disastri e malaffare...
Però che tristezza!


2 Inserito Martedi 10 Agosto 2010 alle 11:40 da Antonio
 
Malaffare e disastri: quel che manca in Val di Mello è uno spunto di intelligenza quel che è vuoto non è in Valle ma nel cranio degli amministratori: ma chi è il responsabile della Riserva?
3 Inserito Venerdi 20 Agosto 2010 alle 14:05 da Giuseppina
 
Il giardiniere delle "Placche del giardino" è sempre stato così svogliato o dopo l'istituzione della Riserva è stato licenziato?

Neanche una decina di giorni fa ho fatto fatica ad avvicinarmi alla parete per arrampicare. L'erba era più alta di me (ci vuole poco...) e nessuno di noi aveva in dotazione un machete.

Il giardino me lo ricordavo un pò diverso. Si dice che i ricordi fanno dei brutti scherzi o sono passati troppi anni ...
4 Inserito Giovedi 9 Settembre 2010 alle 14:41 da Paolo e Mariag
 
ma Giuseppina, secondo te un appassionato di Natura incontaminata e selvaggia, di arrampicata, necessita di sentieri curati da un giardiniere? Forse che sia necessario stendere anche un tappeto?
5 Inserito Giovedi 9 Settembre 2010 alle 17:06 da Giuseppina
 
Citazione:
"In val di Mello e nella vicina Val Masino sono state identificate delle aree per l'arrampicata protetta: Val Masino - Area Sasso Remenno, Pilastri del Pesgunfi, Bregolana, Schenun; Val di Mello - Placche del Giardino, Moschito Coast.
Per ragioni storiche o di limitato interesse esplorativo queste zone sono diventate “palestre” di arrampicata sportiva dove si possono trovare itinerari protetti con spit o fix resinati."

Secondo voi in queste aree cosa c'è di Natura incontaminata e Selvaggia? Mi permetto di dire che, secondo me, di selvaggio ci sono i rifiuti abbandonati.

Il lavoro di mantenere efficienti le vie, la zona adiacente alle vie, il sentiero che porta alle pareti di arrampicata (sempre relativamente alle zone di PALESTRA) a chi spetta? Sempre agli apritori, se frequentano ancora la zona? I costi a carico di chi sono?

Parlavo di Giardiniere per identificare un Lavoro che, come tale, deve essere retribuito.Non parliamo poi del controllo e della sostituzione di materiale obsoleto e danneggiato sulle vie! A gratis et amore Dei la cosa funziona per poco.

Opinione personale.


6 Inserito Venerdi 8 Ottobre 2010 alle 22:16 da paolo
 
awesome pics
7 Inserito Domenica 15 Aprile 2012 alle 22:39 da riky
 
MAh, in Yosemite per avere i servizi si paga l'ingresso, che per me può anche andare bene. NB: pagare l'ingresso non vuol dire pagare il parcheggio a un comune che dell'arrampicata se ne frega, mi pare. Sembra che il vigile mantenga il suo stipendio come posteggiatore! E non va mai in valle a vedere le costruzioni abusive, captazioni sospette, esercizi che si moltiplicano, il campeggio selvaggio, strade che si allargano, case che crescono... Adesso che ci penso, da mandare un esposto per il comportamento omertoso!
tornando al discorso iniziale, pagare l'ingresso a un entità che tiene i sentieri, offre servizi, controlla i turisti, organizza il soccorso, fa cultura, segnaletica, DENUNCIA ABUSI, insomma, che si prende cura della valle. Non in ufficio, SUL CAMPO!

opinione personale
8 Inserito Lunedi 22 Luglio 2013 alle 04:56 da Dario
 
La valle mi piace proprio perché è un posto dove non ci sono ingressi cancelli regole indicazioni....
Siamo noi che dobbiamo saperci comportare con il rispetto per uno dei pochi posti che non ha seguito le mode del momento ma è rimasto uguale a come l'hanno trovata i primi frequentatori. Prima di andare in un posto bisogna conoscerne la storia anche non alpinistica questo ci farà evitare contrasti con la gente del posto e ci arricchirà di cose nuove.
Credo che i boulderisti di oggi in generale poco abbiano in comune con i primi sassisti della valle. Culturalmente c'è un abisso di differenze erano gli anni 70 non per caso. Molti giovani nemmeno immaginano quando sono i tagli dell'erba non sono interessati alle splendide vie di più tiri e se lo fanno alcuni non sanno proteggersi o fare una sosta veloce tanto per fare un esempio e su queste cose bisogna insegnare....
Premetto che nessuno è felice di pulire una falesia l'ho fatto spesso dopo aver chiodato ma poi non si pretenda che chi attrezza si sobbarchi per sempre l'impegno a tener pulito. Qualche hanno fa sono andato alle placche del giardino memore di una traccia di sentiero? sono riuscito ad arrivare alla base delle vie al prezzo di uno scorticamento di tutto il corpo(era estate) dovuto al procedere per 40 minuti in mezzo ai rovi se non è stato ripulito di recente vi consiglio di non andarci.... Namasté Dario
9 Inserito Lunedi 22 Luglio 2013 alle 09:42 da POLLICINO
 
Per caso qualcuno si è avventurato, in questi mesi, sul Sentiero dei Ciclopi?
Beh, se voi stessi non siete Ciclopi (da qui forse il nome?) vi consiglio di non metterci piede in estate.



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