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LA COPERTINA


Non sono avvoltoi che volteggiano durante la ripetizione di Brutamato ye ye al Precipizio degli Asteroidi...


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  Guide alpestri, pedestri, alpine

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Posted by JACOPO on Wednesday, June 25, 2014 at 09:48 AM

Negli ultimi bagliori di sole, ricordo l’infiammarsi della grande parete di ghiaccio della nord del Disgrazia, la sto osservando dal bivacco Oggioni seduto sulla roccia con i piedi a sbalzo nel vuoto; sono solo ed ho 15 anni. Più tardi nella notte, tirati dal vento, i cavi tesi che fissano il bivacco emettono un sibilo inquietante, avvolto nelle coperte, mi sento al vertice della fine del mondo.
All’alba sono in piedi, percorro in breve tempo l’aerea cresta della Corda Molla, raggiungo la vetta senza fatica e poi giù, prima in doppie sul versante sud-est poi di corsa sul ghiacciaio Ventina: è la prima mia solitaria.
L’anno seguente sono ancora al bivacco Oggioni.
Ci sono Giovanni Pirana e il suo amore Serena; anch’io sono con la mia passione Ilaria: in programma c’è la parete nord, all’epoca la più difficile salita di ghiaccio della regione.
Lasciamo nella notte il bivacco e Ilaria che ancora dorme, per calarci sul ghiacciato versante nord. Serena sfoggia un temibile piumino azzurro che avevo imbottito artigianalmente con piume di gallina, fa un freddo cane. Ci alterniamo al comando; la salita sembra davvero infinita, ma non è difficile. Raggiunta la vetta e il bivacco Rauzi, abbiamo come unica risorsa alimentare, una latta di ananas sciroppata…con un mal celato senso eroico, cedo la mia parte a Serena e Giovanni che si fermano qui a passare la notte e scendo lungo la Corda Molla e il passo Kennedy. Nelle striate luci del tramonto come nelle più struggenti vignette di Tex Willer raggiungo il bivacco Oggioni e il cuore della bella squaw Ilaria.
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  Le Pagelle

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Posted by JACOPO on Friday, February 3, 2012 at 09:58 AM

 

Quali sono le vie più spettacolari della Valle?
Quali i criteri che fanno ritenere una via più affascinante di un’altra?
4, 5, 6 oppure 6a, 6b, 6c... si è discusso fin troppo di difficoltà, di quanto sia più o meno duro un singolo passaggio ma esprimere un semplice ma fondamentale giudizio estetico, ha prodotto sempre un fremito d’angoscia, forse perché si è troppo attenti a non offendere l’incauto apritore o forse semplicemente perché è un giudizio troppo soggettivo; c’è sempre chi preferisce acciuffarsi ad una rigogliosa zolla d’erba che ad un cristallo o chi trova più consono una scala di spit ad una naturale e sorprendente fessura nella roccia…
Su questa traccia “ eticamente corretta”, sono uscite le recenti asettiche pubblicazioni della Val di Mello dove ogni giudizio estetico è stato soppresso.
Se il buon amico Tico era l’inventore della scala di difficoltà binaria: o l’è bel (si passa) e l’è brut (non si passa) a me viene in mente la sintetica valutazione estetica da sempre in uso tra i Sassisti: è una gran figata, è una emerita cagata.

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  Ciao Walter

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Posted by JACOPO on Sunday, September 18, 2011 at 05:55 PM

ciao
Walter Bonatti, Jacopo Merizzi, Carlo Micheli
Val del Drogo 10.11.08
foto Andrea Micheli

Nevicava ancora in Val del Drogo.
Dalla finestra della baita più isolata che io conosca, i fiocchi scendevano vorticosi, alla fine di un autunno già anticipato ad inverno.
Avevo sentito una voce inconfondibile, calda, armonica e decisa e poi la sua chioma bianca sbuca tra i fiocchi di neve: ma che ci fai qui Walter?
Ma, avevo voglia di camminare: sono poi quattro passi prima di sera …mi ha risposto col suo sorriso da eterno ragazzo entrando in casa.
Walter era arrivato così, all’improvviso, un paio di blu jeans e una semplice maglietta a maniche corte, nera.
Fa un freddo cane, ma non è il leggero abbigliamento a sorprendermi bensì la tonicità dei suoi bicipidi d’atleta.
Walter hai quasi ottant’anni!
Perché? mi risponde sorpreso.
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  La piu' bella della valle

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Posted by ARRT on Thursday, June 28, 2007 at 08:22 AM

Luna Nascente ? Troppo fessura.....

Cassin al Badile ? Troppo classica....

Polimagò ? Troppo traverso....

Patabang ? Troppo poco protetta....

Galactica ? Troppo dura.....

Mellodramma ? Troppo artificiale.....

Delta minox ? Troppo ingaggiosa....

Uomini e topi ? Troppo facile....

Piedi di piombo ? Troppa aderenza....

Vasco Taldo al picco Luigi Amedeo ? Troppo avvicinamento...


Ma insomma, si puo' sapere allora qual'e' la piu' bella via del Masino - Bregaglia ??

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  Non so dove andare e cosa portare...

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Posted by JACOPO on Wednesday, April 18, 2007 at 03:19 PM

Chi arrampica da un po' di tempo in Val di Mello, sa per esperienza che il grado tecnico di una via è ben lontano dall’esprimere la vera difficoltà di quel itinerario.

Alla pura difficoltà tecnica vanno considerati moltissimi altri parametri tra cui l’obbligatorietà del passaggio, la possibilità di proteggersi, l’individuare la linea di salita, la lunghezza, la continuità, la complessità, le vie di attacco e di discesa ecc.

Tutti parametri però assai difficili da esprimere e raccogliere sotto un solo giudizio.

E’ per questo che dopo molti anni in Valle, gira a voce, una sorta di elenco che sostanzialmente individua due gruppi di salite classiche: quelle Facili e le Difficili.


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  Cronache dall'Alto Masino - Giugno 2006

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Posted by RAMPIKINO on Monday, July 3, 2006 at 09:21 AM

Val del Ferro - Punta Paganini


La fuga in quota dei fancazzisti local-climber della valle è iniziata. Troppo caldo per scalare in basso, quindi meglio piagnucolare un po’, caricare gli zaini e sudare quello che si deve per raggiungere mete e novità più fresche…


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  Franetta sull'Alkekengi

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Posted by JACOPO on Wednesday, July 13, 2005 at 12:33 PM

11 luglio sera, con rombo di cannone sono precipitati alcuni massi dalla parete sovrastante l'Alkekengi. Un grande boato che ha allarmato i turisti e la stampa locale.
Per noi alpinisti nulla di nuovo; si sa che anche sulle pareti più compatte ognitanto qualche masso scende a valle. In questo caso è un blocco di una decina di metri cubi che ha fatto 500 metri di salto nel vuoto prima di polverzzarsi alla base dell'Alkekengi.
Alkekengi non è una meta molto frequentata da noi alpinisti, ed è forse meglio lasciarla così, abbandonata per qualche tempo.
Il tempo necessario per un disgaggio naturale


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