LA COPERTINA
Non sono avvoltoi che volteggiano durante la ripetizione di Brutamato ye ye al Precipizio degli Asteroidi...
PUBBLICITA'
Pubblicato Mercoledi 23 Settembre 2009 alle 08:48 da JACOPO
Ho sempre avuto un certo imbarazzo a pubblicare cose personali soprattutto se non riguardano strettamente la Val di Mello. Ma questo breve racconto sulla mia prima volta sulla Nordest, ha avuto la fortuna di essere illustrato dal fortissimo Claudius e così arricchito non potevo più tenerlo chiuso in un file Sarebbe interessante il confronto con altri racconti di questa mitica salita non lontana dalla Val di Mello
Pubblicato Venerdi 5 Dicembre 2008 alle 15:50 da BOSCA
Pareti grandi grandi avventure: sull'epica salita del "Paradiso può attendere" al Qualido, non poteva mancare anche la testimonianza di Antonio Boscacci mirabilmente illustrato da Claudio Raboni; racconto che si specchia alla mitica testimonianza di Masescu. Questo brano uscirà presto con la nuova Guida della Val di Mello di Andrea Gaddi.
Pubblicato Giovedi 20 Novembre 2008 alle 05:50 da MASESCU
![](/v2/aspx/Viewer.aspx?i={C43528FE-DDB2-40EC-9C82-726562D15193}&w=200) Eccoci qua, alla cengia del bivacco, di nuovo noi tre. Meglio non descrivere la risalite sulle corde fisse che hanno passato quassù l’inverno(ce n’è una che da rossa è diventata smorta): la sensazione è di salire con la cassa da morto sulle spalle, mentre il becchino ti prende le misure. Ma tutto va bene, e in serata siamo al punto più alto toccato l’anno prima. Abbiamo vinto i mondiali di calcio, e approfittando della lunga serata leggo la gazzetta dello Sport. La serata è piacevole, c’è il vino, gli strudel, fumo qualche sigaretta. Fa un gran caldo, si dorme. Il giorno dopo il Bosca ed io risaliamo le corde fissate la sera precedente, mentre Jacopo smonta il bivacco e prepara lo zainone. Ci si prospetta una giornataccia perché dobbiamo riprendere a chiodare a pressione.
Pubblicato Martedi 11 Novembre 2008 alle 12:00 da MASESCU
Il Paradiso può attendere è stata la prima grade via della Val di Mello e l'ultima salita di rilievo dei Sassisti. L'articolo che qui riportiamo è apparso sulla Rivista della Montagna nel 1982.
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